Interview whit the Stylist Ripalta Daniello


 

1.Cosa ti ha spinto nel mondo della moda?

Senza alcun dubbio, il mio percorso nel mondo della moda nasconde una storia “diversa” dal consueto. Diversa perché, seppur sono sempre stata legata a questo mondo, ho iniziato a concretizzare la mia passione solo pochi anni fa. Sono molto credente. Credo che alle nostre vite sia stato attribuito un destino ben preciso e credo, inoltre, che questo destino sia stato disegnato per qualche ragione particolare. Quando decisi di inscrivermi in accademia di moda avevo una vita completa: una famiglia felice con un marito e tre figli che mi supportavano e mi supportano in ogni mia scelta; un lavoro da imprenditrice ben consolidato negli anni che porto avanti parallelamente con mio marito Maurizio, tanti amici e persone al mio fianco che mi volevano e mi vogliono bene.

Eppure, mi mancava un tassellino per considerare davvero completa la mia vita. Ed è proprio qui che entra in gioco il destino. Credo che, aver intrapreso questo percorso in un periodo della mia vita florido, sia stata la chiave di volta. Infatti, ho intrapreso questo percorso con una grinta ed una maturità che forse non avrei avuto in altri periodi più “acerbi”. Oggi, so cosa voglio e sono determinata a raggiungere l’obiettivo. Questo penso faccia la differenza.

2.Da cosa sei inspirata quando pensi alle tue collezioni?

La mia inspirazione arriva dall’origine di tutto “la vita”. Le mie collezioni sono inspirate dalle miriadi di sensazioni ed esperienze che la vita ci offre. La vita è un dono in quanto ci dà la possibilità di provare delle emozioni. Io, semplicemente, le raccolgo e ne faccio abiti. Racconto la mia vita attraverso gli abiti che disegno. L’ultima mia collezione, ad esempio, è inspirata al meraviglioso e colorato mondo dell’Africa. Ho fatto un viaggio di lavoro in Guinea. Le sensazioni che ho provato in questo viaggio mi hanno segnata. Ed è cosi che ho deciso di immortalarle in una collezione.

Credo, inoltre, che i tessuti africani hanno un grande potenziale. Sono delle stoffe bellissime che racchiudono tutta l’essenza del popolo africano.

In contrasto con il mondo dell’Africa, nelle mie collezioni regna sempre il “Made in Italy”. Sono italiana, ho avuto la fortuna di crescere in uno dei paesi con maggiore biodiversità e patrimonio artistico al mondo. L’identità italiana è un marchio che non avrà mai fine. Si fortifica e si evolve nel tempo ma lascia intatta la sua essenza distintiva. Ecco! È questo che voglio rappresentare nelle mie collezioni.

3.Cos’è per te la moda?

Senza alcuna forma di dubbio la moda è arte. Ma credo che in questa affermazione non ci sia nulla di nuovo. L’arte è il più antico conduttore di sentimenti. Quando crei un nuovo abito dai vita a delle emozioni. È come se, tra la seta, il tulle e l’organza, lo stilista incastrasse l’essenza delle sue emozioni. L’obiettivo più nobile della moda è quello di far in modo che coloro che osservano o indossano le tue collezioni, sentano dell’essenza dei sentimenti che vuoi trasmettere.

L’umanità ha bisogno del bello, soprattutto in un periodo come questo del post COVID-19. La moda, l’arte ed il bello può salvare l’umanità dalla tristezza e dalla depressione. Quindi la moda è arte, ma perché no è anche “medicina della mente”.

4.Quali sono stati i principali vincolideltuo percorso?

Come già detto in precedenza, ho iniziato il mio percorso da stilista solo pochi anni fa. Questo per me non ha rappresentato assolutamente un limite, ma una forza. Sento di aver intrapreso questo percorso con una maturità diversa e con un bagaglio di vita ricco. Ho tante energie e tante idee che devono essere spigionate. Ed è questo che voglio utilizzare nelle mie collezioni. Invece, un punto di debolezza è sicuramente l’aspetto della digitalizzazione del mondo della moda. Non sono un’esperta di grafica e quindi devo affidarmi a dei collaboratori che curano questi aspetti. Ovviamente, diventa sempre più complesso quando una persona diversa da te deve personificare le tue idee. La sintonia e l’empatia, in questo caso, giocano un ruolo fondamentale per il successo. Ad ogni modo, la vita è fatta di sfide e di limiti perché, senza di essi non ci sarebbero ambizioni e propensione al miglioramento. Mi piace mettermi in gioco e nei prossimi anni sicuramente punterò sul perfezionamento della digitalizzazione del mio profilo artistico.

5.Come è stata l’esperienza della Fashion Week a Milano?

Sembra una banalità dirlo ma è stata semplicemente “unica”. Per me è stato un grandissimo onore poter essere presente sulle passerelle della Milano Fashion Week con l’evento Montenapoleone 1838 by Shopping Diva’s. Ho avuto l’onore ed il piacere di vedere i miei abiti indossati da modelle fantastiche tra cui Valentina Corvino, la modella di origini pugliesi più giovane al mondo nonché testimonial di numerosi Brand di fama mondiale. La mia carriera da stilista è appena iniziata e, in pochi anni, sono arrivata al Top delle passerelle del territorio Italiano. “Milan l'è milan”! Comprendi a pieno questa espressione solo quando la vivi. Milano è senza alcuna ombra di dubbio la città più Europea del nostro territorio. La città nella quale le opportunità sono dietro l’angolo e nella quale l’ispirazione arriva da tutte le fonti. Questa esperienza mi ha dato la possibilità di confrontarmi con un mondo nuovo, di aprire i miei orizzonti, di rafforzare il mio potenziale.

6.Dove ti vedi nei prossimi anni?

Il mondo della moda è la mia dimensione naturale. Nei prossimi anni mi vedo esattamente su questo cammino. Negli ultimi anni la mia curva di crescita personale e professionale è stata positiva. L’obiettivo è quello di far in modo che tale curva continui ad essere in crescita. L’esperienza a Milano è stata una nuova porta che si è aperta. Ora, l’obiettivo è quello di ampliare la mia rete e strutturare la mia passione. La moda non si fermerà mai. Io continuerò ad alimentare la passione che poterà alla creazione di nuove collezioni.

7.Come vedi la moda del futuro?

Come detto in precedenza, credo molto nel destino. Il periodo storico che stiamo vivendo del COVID-19 forse è un segnale che ci sta dando il pianeta. Dobbiamo sfruttare le nuove tecniche e tecnologie per dirigerci verso una moda eco sostenibile. In questa compagine, svolgono un ruolo importante i giovani.

I giovani, con le loro idee, consentiranno alla creazione di start up innovative volte allo sviluppo del fashion nel rispetto del territorio. Investirò molto nei giovani. Credo fortemente che il connubio tra l’innovazione giovanile e l’esperienza di chi non è più giovanissimo, può essere la pozione magica per il futuro.

Il rispetto dell’ambiente si raggiungerà, in futuro, anche attraverso lo studio di tessuti e tecniche che consentiranno l’utilizzo di elementi naturali fino ad ora inutilizzati. Ma non dirò di più! Sperò di poter impressionare con i nuovi progetti che sono già in cantiere!